Dopo aver spinto per la produzione di uova fuori gabbia, le organizzazioni animaliste hanno rivolto la loro attenzione ai broiler. Per Compassion in World Farming, e altre organizzazioni simili, è ora importante focalizzarsi sui tassi di crescita dei polli.
Secondo queste organizzazione la combinazione tra alti tassi di crescita, le condizioni di sovraffollamento, le scarse condizioni ambientali, carenza di arricchimenti e luce artificiale creano un sistema con un potenziale di benessere molto basso. Sono proprio i tassi di crescita a inficiare il benessere dei broiler e l’intensa selezione genetica per raggiungerli, e la maggiore efficienza dei mangimi, portano a un pollo poco attivo, che utilizza poco le zampe, con disordini metabolici e fisiologici come l’ascite e la sindrome da morte improvvisa.
Secondo CiWF fino al 27% degli uccelli con crescita rapida mostra aritmia cardiaca, mentre in quelli a crescita lenta la percentuale scende all’1%.
Tornando alla qualità della carne, Compassion afferma che recenti rapporti scientifici suggeriscono che i broiler a crescita rapida, a causa di una maggiore massa muscolare, soffrono un aumento delle miopatie (disturbi del tessuto muscolare), tra cui il petto legnoso e le white strips. Ecco perchè Compassion promuove l’adozione di polli a crescita più lenta, che vivono in media 52-56 giorni. Tali razze sono più attive, hanno minori probabilità di lesioni alle zampe, una migliore salute cardiovascolare, e sono in grado di sfruttare meglio lo spazio extra e gli arricchimenti forniti nei sistemi con benessere più elevato.
Tracey Jones, direttore del settore alimentare di CIWF, afferma che negli Stati Uniti, e in alcuni paesi europei, vi è la tendenza ad adottare razze a crescita più lenta, che vengono utilizzate per la produzione con riconoscimenti RSPCA Assured e Organic. Jones spiega che le società di genetica Hubbard e SASSO già allevano uccelli a crescita lenta con il marchio Label Rouge, mentre Cobb e Aviagen producono uccelli con un tasso di crescita intermedio. Nel Regno Unito, la razza Hubbard JA757 e Cobb-Sasso 150 sono particolarmente adatti a sistemi indoor estensivi e a sistemi free-range.
Anche nei Paesi Bassi è stata registrata questa tendenza. L’organizzazione per il benessere animale Dierenbescherming richiede razze a crescita più lenta per ottenere il suo sistema di certificazione a 3 stelle. Inoltre la maggior parte dei supermercati del paese richiede questo tipo di pollame; negli Stati Uniti, la catena di supermercati Whole Foods, il gruppo Compass e Aramark si sono impegnati a passare ai polli a crescita lenta nei prossimi anni.
“Per CIWF” specifica Jones “per raggiungere un migliore modelli di allevamento, e migliori standard di benessere, questi broiler a crescita intermedia rappresentano un giusto esempio. Vengono macellati tra i 52-56 giorni a 2,2-2,4 kg“.
Sebbene già alcuni consumatori stiano già scegliendo broiler a crescita più lento, all’inizio di quest’anno il National Chicken Council (NCC) ha sostenuto che è necessario approfondire le implicazioni ambientali, economiche e di sostenibilità di questo genere di allevamento. In un suo rapporto, il Council ha dichiarato che l’impatto ambientale è una componente importante spesso lasciata alla mera matematica. Se solo un terzo dei produttori di broiler degli USA scegliessero una razza a crescita più lenta, sarebbe necessario aumentare la produzione annua di circa 1,5 miliardi di uccelli per lasciare inalterata l’offerta. Questo richiederebbe un enorme aumento di domanda di acqua, terra e carburante. Se invece l’industria avicola non producesse gli altri 1,5 miliardi di uccelli, la fornitura si ridurrebbe drasticamente. Se solo un terzo dell’industria avicola statunitense scegliesse broiler a crescita lenta, il costo sarebbe di 9 miliardi di dollari, cifra che avrebbe un impatto finanziario notevole sulle aziende di ristorazione, sui rivenditori, sui ristoranti e sui consumatori.
Ma secondo Jones è necessaria una posizione più olistica dato che la salute e il benessere degli uccelli devono essere comunque presi in considerazione; i produttori potrebbero infatti ottenere maggiori margini sui rendimenti e un supporto ultereriore verrebbe dall’utilizzo totale delle carcasse. Attualmente, secondo Compassion, lungo i vari punti della catena alimentare, e tra questi anche il consumatore, si spreca troppo pollo.
Fonte Poultry World